Alla fine del secondo conflitto mondiale vennero prodotti gli esempi più bizzarri ed elaborati di mimetiche sui veicoli impegnati nelle operazioni e i veicoli italiani non fanno eccezione.
Possiamo prendere uno di essi come esempio per affrontare modellisticamente le difficoltà che uno schema del genere può comportare.
La preparazione del modello
Prima di tutto è necessario che il modello rimanga scomposto nelle sue parti principali affinchè ogni superficie possa essere raggiunta facilmente durante la colorazione. In questo caso sono state lasciate separate le ruote, la torretta, alcuni dettagli esteri più voluminosi.
Il passaggio di una mano di primer costituisce l’ultimo controllo della qualità di quanto assemblato poichè rende uniformi i materiali impiegati, mette in evidenza eventuali difetti, provvede a correggere esso stesso piccole imperfezioni delle superfici, sigilla e consolida le unioni dei piccoli dettagli. In questo caso ho utilizzato il White Skull della linea Games Workshop di Citadel Colours.
Colorazione
L’aerografo impiegato è l’Iwata HP-C a doppia azione con pressione 0,8 bar. E’ necessario trovare il giusto equilibrio tra pressione bassa e diluizione delle vernici per poter ottenere, soprattutto nelle fasi successivela giusta finezza e fluidità di erogazione senza fare intasare l’ugello (non nascondo che ho avuto le mie belle difficoltà!).
Il primo colore di fondo è il grigioverde italiano; solitamente si parte dal colore più chiaro, crescendo via via di intensità cromatica (è più facile coprire una superfice più chiara che una scura!) ma in questo caso particolare siamo costretti ad adottare la sequenza applicata nella realtà.
Ho miscelato l’XF11 con XF2 della Tamiya per desaturarlo un po’, il tutto diluito con il tinner Tamiya X20A per colori acrilici.
Stendo una ulteriore mano del colore di fondo schiarito con XF59 per cercare una prima lumeggiatura ed una modulazione che mi sarebbe impossibile realizzare dopo l’applicazione delle altre tonalità di colore della mimetica.
A questo punto passo al secondo colore della mimetica: il marrone rossiccio a chiazze irregolari è riprodotto con una miscela di acrilici H47 Mr.Hobby e XF2 Tamiya.
A questo punto ho temporaneamente riposto l’aerografo per un primo trattamento a pennello. Per ottenere un primo contrasto ed un effetto di leggera usura eseguo un trattamento in drybrush sulla superfice cercando di non insistere troppo sulle chiazze marrone. Per questa fase ho utilizzato smalti Humbrol M117, 104 e M87 per ottenere una tonalità fredda del colore di base.
E’ arrivato il momento della sottile rete di giallo sabbia italiano che caratterizza questo tipo di mimetica. In questo caso ho usato acrilici Tamiya XF59 desaturato con XF2. La difficoltà è stata ottenere la giusta finezza realizzata in una sola passata di colore. Il problema frequente lavorando a basse pressioni è l’intasamento dell’ugello che a volte produce difetti di erogazione che possono compromettere la qualità del lavoro. In alcuni casi sono stato costretto a porre rimedio a spruzzi o sbavarure con nuovi passaggi di verde. L’equilibrio giusto tra diluizione e pressione (io ho cercato di lavorare a 0.8 bar) è fondamentale e sono necessarie numerose prove per trovarla.
Realizzata la mimetica si sigilla tutto con il trasparente satinato della Tamiya TS79. Ciò consente di uniformare le superfici di colore, per agevolare le successive fasi di lavaggio e conemporaneamente vitalizzare la superfice verso una finitura più realistica delle piastre corazzate di questi veicoli.
Invecchiamento
In questa fase effettuo una profilatura dei dettagli superficiali con una miscela scura di colori ad olio diluita in white spirit. Sono stati utilizzati il Bruno Vandyke di Windsor & Newton ed il Nero d’avorio di Maimeri Artisti.
Un secondo drybrush con smalti Humbrol per uniformare la superfice e conferire un certo grado di usura alla mimetica. Questa volta sono stati usati l’M117 raffreddato con M88 e schiarito con bianco M34. Per quanto non più di moda, ritengo che il drybrush sia uno strumento molto efficace e suggestivo a patto che lo si padroneggi correttamente e non si pretenda di ottenere effetti vistosi alla prima passata.
Sugli spigoli viene effettuato il cosiddetto chipping cioè le scrostature, eseguite con un pennello molto fine su quelle parti che verosimilmente sono sottoposte ad usura. Questa è una fase molto delicata poichè se si eccede si sortisce l’effetto opposto alterando i rapporti di scala dell’effetto stesso.
La finezza e la delicatezza sono d’obbligo: in questo caso sono stati utilizzati smalti Humbrol nero e marrone rossiccio M100 per realizzare una miscela marrone molto scura.
La successiva fase è l’impolveramento realizzato con una miscela di colori ad olio e terre di colorificio. Io utilizzo tonalità come il Raw Umber ed il Naples Yellow della Windsor & Newton miscelati insieme o con l’uso di una miscela di terre di colorificio che riproduce la tonalità del terreno d’operazione del veicolo. Le parti da infangare e impolverare vanno trattati con passaggi successivi senza eccedere e procedendo dal basso verso l’alto per accumulo di colore. Le ruote sono state trattate con la medesima miscela ma con una tecnica specifica che è possibile apprendere nell’articolo appositamente realizzato.
I dettagli superficiali vanno trattati in modo delicato e con la massima finezza per riprodurre effetti di impolveramento localizzato intorno ad essi con la medesima miscela diluita con white spirit. La miscela assai diluita corre intorno ai dettagli lasciando solo deboli tracce di pigmento che appariranno solo ad essiccazione avvenuta.
I trattamenti fin qui eseguiti non hanno necessariamente un ordine di esecuzione rigido. In questo caso sono intervenuto con nuove scrostature, ma questa volta con il verde di fondo, per aggiungere effetti di lieve usura sulle successive tonalità della mimetica.
Spruzzi asciutti di fango, colature di polvere o ossidazioni sono simulati con la miscela di oli precedentemente utilizzata o con con smalti Humbrol. Attenzione sempre al rapporto di scala che ogni intervento deve sempre rispettare.
Tocco finale, la balkenkreuz prelevata da un foglio di trasferibili Verlinden. In questo caso si ritaglia la parte di foglio contenente il trasferibile e la si colloca sulla parte con l’aiuto di piccoli pezzi di nastro per mantenere la posizione. In caso di errore purtroppo non rimane che rimuovere tamponando con del nastro il trasferibile e sostituirlo con un altro.
Una panoramica della resa finale della mimetica e dei trattamenti di invecchiamento. Per una carrellata di immagini del modello rimando ad un successivo articolo nella sezione Gallery.
Sulla realizzazione di questo modello leggi anche “Come dettagliare un modello senza usare fotoincisioni“.
Per conoscere Andrea vai alla scheda dei collaboratori di modellismochepassione.it »