Specialmente per i neofiti del modellismo statico militare, trovarsi di fronte alla prima scatola di montaggio può essere traumatico: stampate in plastica piene zeppe di pezzetti minuti di cui è difficile immaginare lo scopo. Niente paura, tutti i migliori modellisti hanno dovuto affrontare almeno una volta nella propria carriera modellistica questa sensazione e scommetto che molti, come il sottoscritto, ancora la provano di fronte a certe scatole di montaggio di ultima generazione.
Innanzitutto prima di procedere all’assemblaggio di un modello statico è necessario studiare attentamente le istruzioni e individuare i pezzi necessari sulle stampate effettuando più volte a mente l’operazione di separazione dei pezzi dalle stampate e le successive fasi di assemblaggio. Potrà essere banale ma spesso, sull’onda dell’entusiasmo per l’acquisto dell’ultimo kit di montaggio tanto atteso, ci si tuffa, senza pianificare le fasi di montaggio, taglierino o tronchesino alla mano, sulle stampate con il sicuro risultato di non raccapezzarsi più su dove e come collocare i pezzi del nostro modello. Pazienza quindi (se vete scelto questo hobbi non dovrebbe mancarvi).
La regola dice che bisognerebbe prima lavare le stampate ed i pezzi principali in cui è suddiviso il modello con acqua tiepida e detergente sgrassante per eliminare eventuali tracce di prodotti distaccanti con cui vengono trattati gli stampi durante le operazioni di realizzazione industriale delle stampate in plastica dei kit. Personalmente non lo faccio mai e mi è andata bene.
Dopo aver pianificato le operazioni di montaggio nella maniera più comoda anche per le successive fasi di colorazione (non necessariamente seguendo l’esatta sequenza indicata nelle istruzioni) si può proceredere alla rimozione dei primi pezzi dalle stampate.
Come piano d’appoggio uso un tappetino da taglio in gomma, apposito per l’uso del cutter. La superficie deve essere sufficientemente consistente e rigida in modo tale che la parte della stampata con attaccato il pezzo da rimuovere poggi direttamente e stabilmente. Un consiglio: mai tentare di incidere un albero di stampata che sia sollevato dal piano di lavoro e troppo vicino al pezzo da rimuovere; rischieremmo di scheggiare una parte utile del nostro pezzo con il risultato di dover procedere ad una stuccatura superflua.
In alternativa è possibile usare un tronchesino che in alcuni casi impedisce il danneggiamento di parti troppo piccole o scomode da raggiungere sull’albero di colata. Come nel caso precedente il taglio deve avvenire ad una certa distanza dall’attacco della stampata al pezzo procedendo successivamente all’asportazione del peduncolo di colata. Per far ciò si può usare carta abrasiva, limette (quelle per la manicure sono utilissime), il cutter stesso, usato con la dovuta abilità e precisione.
Lo stato del pezzo rimosso deve essere verificato con la rimozione sia di eventuali sbavature di plastica che delle inevitabili linee di giunzione tra le due valve dello stampo che su ciascun pezzo corre lungo la linea di mezzeria. Io uso il cutter passando delicatamente il filo della lama perpendicolarmente sulla linea da asportare. E’ una pratica rischiosa per il pericolo di asportare eventuali dettagli ma è anche rapida e accetto il rischio.
Una volta carteggiato o raschiato il nostro pezzo, per effettuare l’ultimo trattamento di lisciatura delle parti trattate uso spennellare con molta parsimonia e delicatezza il punto su cui sono intervenuto con la colla per polistirene. In moderate quantita contribuisce a lisciare la superfice abrasa e a rendere invisibile il trattamento eseguito.
Proviamo gli eventuali incastri a secco con gli altri pezzi per verificarne correttezza e precisione.
Et voilà, si può procedere con il pezzo successivo e l’assemblaggio delle prime parti.
Buon divertimento!